“Il vino è l’unica bevanda alcolica mono ingrediente, basta un grappolo d’uva per farla”, dice Luigi Moio presidente OIV.
“Ma questo grappolo d’uva deve avere tutti i componenti in perfetto equilibrio, e questo accade se si verifica una perfetta sintonia tra la pianta e il contesto ambientale in cui vive. Negli ultimi anni per via del riscaldamento climatico, abbiamo avuto aumenti di pH e crolli delle acidità in varietà importanti, come Merlot, Cabernet e Chardonnay, vitigni molto diffusi in tutto il mondo e in sofferenza. Ci sono dati che mostrano come a Bordeaux il pH in vent’anni è salito a 3,65, e quindi diventa difficile gestire i processi di vinificazione senza intervenire e per intervenire il meno possibile bisogna risolvere questi problemi a monte, rilanciando una serie di attività storiche, a partire dal vivaismo degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, per produrre nuove varietà più adatte e ovviamente resistenti alla pressione delle malattie, in modo da ridurre gli interventi di difesa e tutto ciò che può contaminare il sistema”.
E’ chiaro che causa la biodiversità il nostro paese segna un punto a suo favore“L’Italia del vino – dice l’ordinario di enologia all’Università Federico II di Napoli-diventa un modello planetario di diversità e biodiversità, e non