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Rubrica di Emanuela Medi
 

Non smentisce il Vermentino, un vino che è sempre “nuovo”

Il Vermentino è divenuto il quinto vino venduto in Italia, e non smette di sorprendere. Dalle molte caratteristiche gustative, visto l’ottimo rapporto qualità prezzo, ma soprattutto dai molti investimenti che le aziende hanno effettuato perché hanno creduto in questa tipologia.

Un patrimonio   divenuto prezioso  ma soprattutto da valorizzare e da difendere  dalle “voglie” dei francesi che avrebbero voluto continuare a usare il nome Vermentino, stoppati per fortuna dall‘Unione Europea  che ha obbligato i viticoltori francesi in particolare della Corsica dove il vermentino è il primo vimo bianco per superfici, a usare un altro nome, probabile il Rolle.

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Coltivata soprattutto in Sardegna, Toscana e Liguria, l’Italia è leader a livello mondiale nella produzione, con circa 7mila ettari vitati. L’indicazione geografica gode della protezione europea e i Consorzi fanno a gara per ben posizionarla nella distribuzione moderna sfruttando la diffusione multicanale. Certo è un vino estivo ma proprio per questo ha aggirato tutte le insidie climatiche e da vino da pasto è diventato un vino per tutte le occasioni sdoganando la sua immagine che era divenuta tropo stretta per conquistare nuovi estimatori e nuovi mercati.
D’altronde non insegnano nulla le nostre bollicine ?

Solo per citare alcuni dati nei primi 9 mesi del 2022 con un +4,4% a volumi da inizio anno, il Vermentino va in controtendenza sia rispetto ai vini bianchi fermi (-6,5%) sia al totale del vino fermo in bottiglia (-8,1%). 
Il prezzo medio di una bottiglia di Vermentino in Gdo è sopra i 5 euro con un giro d’affari superiore ai 46 milioni di euro (+7,6%) e circa 6,5 milioni di bottiglie vendute.
A queste vanno aggiunti i 950 mila pezzi (+24,8%) commercializzati nel canale discount, per un valore di 4,2 milioni di euro (+32,7%) a una media di 3,32 euro a bottiglia.

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