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Rubrica di Emanuela Medi
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Il Consorzio in cifre: Tra i più  antichi d’Italia,  nasce nel 1949 su iniziativa di 18 produttori.  Denominazione: Doc Frascati  istituita nel 1966 tra le  prime quattro in Italia. Docg nel 2011 per il Frascati Superiore e per il Cannellino di Frascati  Numeri del Consorzio: cantine imbottigliatrici  più di 30, oltre 400  i produttori per circa 900 ettari di superficie vitata. Comprende i Comuni di Frascati, Monte Porzio, Grottaferrata, e parte del Comune di Roma al cui settimo municipio afferiscono molti terreni della Doc Frascati Produzione : circa 10 milioni di bottiglie l’anno tra Doc, Docg, Cannellino e Spumante. Vitigni: Malvasia Puntinata o  del Lazio tipica della regione , Trebbiano, Bellone, Bombino  tutti a bacca bianca ammessi , assieme ad altre tipologie nel disciplinare dei vitigni autorizzati nel Lazio nella percentuale del 15%., mentre per la Malvasia del  Lazio il minimo è 70% Il consorzio è impegnato in un difficile lavoro di squadra in un lento recupero di visibilità La nostra realtà è composta da tanti piccoli produttori,  cantine  importanti di cui alcune sociali, quindi un tessuto  molto frammentato. Il lavoro del Consorzio si svolge su tre direttrici: promuovere le varie realtà dando un indirizzo unico nel valorizzare la qualità che è  molto cresciuta in questi

E’ la cooperativa vinicola più giovane dell’Alto Adige, la più estrema visto che i suoi vigneti sono collocati ad un'altitudine tra i 500-1000 sml  tanto alti ,da meritare e giustamente l’appellativo di viticoltura eroica.  Fondata nel 1961 da 24 famiglie oggi i soci sono 135 che coltivano 150 ettari di vigneti in 11 Comuni, da Bolzano fino a Sud di Bressanone (Varna, Bressanone, Funes/Tiso, Velturno, Chiusa, Laion, Castelrotto, Villandro, Barbiano, Fié e Renon).  Nel 2019  sono state prodotte 950mila bottiglie che rappresentano 14 varietà (10 bianche, 4 rosse), per un totale di 28 etichette la cui punta di diamante è rappresentata dalla selezione Aristos e dalle edizioni limitate Sabiona di Kerner e Sylvaner. Il 98% della produzione di Cantina Valle Isarco è dedicata ai vini bianchi, con il Kerner in salda posizione affiancato da Sylvaner, Grüner Veltliner, Gewürztraminer e Müller Thurgau .Il fatturato è di 6 milioni di euro, conquistato nel canale Ho.re.ca per l’85% in Italia (di cui la metà in Alto Adige) e per il 15% all’estero. Fin qui la breve ed esplicativa scheda: ma come sono andate le cose in questo tormentato e da dimenticare 2020. L’intervista è con Armin Gratl, direttore generale dal 2013,  della Cantina valle

Evviva il Lambrusco che spariglia le carte facendo lo sgambetto al troppo paludato mondo del vino, con una comunicazione innovativa, allegra, forte del consenso dei millennials che amano i bar figo  al top delle preferenze: loro a decretare  gusti e le tendenze dove il vecchio è senza ritorno e il nuovo rosso, piacevole, frizzante, moderatamente alcolico, da bersi anche freddo se la batte con il Prosecco che ha capito, merito di Sandro Bottega, che il” prosecchino” era acqua passata.. Ne parliamo con Alessandro Ceci delle Cantine Ceci, unico maschio di una famiglia tenace declinata al femminile che in fatto di idee, innovazione, etichette firmate da illustri designer, bottiglie rosse, bianche.. non solo, non fa sconti a nessuno.  Chiedo un’intervista, mi risponde un torrente di vivacità intellettuale, tenacia, ottimismo, intraprendenza, domande e risposte, dice tutto lui! E’ un grande e felice interprete del territorio, di quello sconfinato e variegato mondo del Lambrusco che produce 400 milioni di bottiglie, il meno blasonato ma più conosciuto vino del mondo che piace e come! Ottant’anni di storia del vino italiano, protagonista Otello Ceci, oste della bassa parmense che nel 1938 nella sua trattoria dove si mangiava la migliore trippa della provincia e dove era di

Evviva il Lambrusco che spariglia le carte facendo lo sgambetto al troppo paludato mondo del vino, con una comunicazione innovativa, allegra, forte del consenso dei millennials che amano i bar figo  al top delle preferenze: loro a decretare  gusti e le tendenze dove il vecchio è senza ritorno e il nuovo rosso, piacevole, frizzante, moderatamente alcolico, da bersi anche freddo se la batte con il Prosecco che ha capito, merito di Sandro Bottega, che il” prosecchino” era acqua passata.. Ne parliamo con Alessandro Ceci delle Cantine Ceci, unico maschio di una famiglia tenace declinata al femminile che in fatto di idee, innovazione, etichette firmate da illustri designer, bottiglie rosse, bianche.. non solo, non fa sconti a nessuno.  Chiedo un’intervista, mi risponde un torrente di vivacità intellettuale, tenacia, ottimismo, intraprendenza, domande e risposte, dice tutto lui! E’ un grande e felice interprete del territorio, di quello sconfinato e variegato mondo del Lambrusco che produce 400 milioni di bottiglie, il meno blasonato ma più conosciuto vino del mondo che piace e come! Ottant’anni di storia del vino italiano, protagonista Otello Ceci, oste della bassa parmense che nel 1938 nella sua trattoria dove si mangiava la migliore trippa della provincia e dove era di

Dopo Moet&Chandon nel settore global travel, c’è lui Bottega, il colosso del Prosecco Made in Italy forte di un fatturato nel 2018, di 60 milioni di euro e 12 milioni di bottiglie vendute in 132 paesi dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sud Africa al Nord Europa. “ Bollicine d’oro” non solo per quello che valgono sui mercati, nei corner dei più importanti aeroporti del mondo da New York a Dubai, sulle 60 linee aeree dove è possibile acquistare una bottiglia da 0,20ml, nei ristoranti e chi più ne ha ne mette, ma anche per la formula di un marketing che vestito d’oro, dalle etichette alle bottiglie, è stato in grado di surclassare, numerose altre prestigiose marche. [caption id="attachment_13835" align="alignleft" width="261"] Sandro Bottega[/caption] Più su un aereo che a casa sua in quel di Godega di Sant’Urbano ai piedi delle colline trevigiane, Sandro Bottega assieme ai fratelli Stefano e Barbara è alla guida di una azienda vitivinicola che possiede vigneti in Valpolicella e a Montalcino e produce non solo superbi spumanti ma anche vini, grappe, liquori, una vetreria, tre musei, e - a breve coltiverà proprie sugherete per produrre i propri tappi da sughero .. Forte di un export che assorbe l’86 %