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Rubrica di Emanuela Medi
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Fra gli eventi più interessanti del Vinitaly 2022 c’è stata, come non accadeva da anni, la tavola rotonda sul mercato della grande distribuzione e della distribuzione moderna per il vino italiano in generale, ma soprattutto il vino italiano. La bontà e l’eccezionalità dell’incontro, è data dal fatto che al tavolo si sono trovati due grandi personaggi a capo di due brand-leader del settore distribuzione associata e organizzata e anche due aziende che “vivono” grazie a questo canale di distribuzione. Ho virgolettato vivono, appositamente. Quello che emerge sicuramente è che per GDO-GDA il vino non è sicuramente paragonabile alla vendita delle patate o del sushi preconfezionato. Si conferma uno scenario commerciale strategico: infatti, come è vero, molti sono stati gli stimoli a cambiare rapporti contratti e mercati già da settembre-ottobre 2021, il prezzo finale al consumo del vino possiamo dire che è stato stabile fino a ieri. A sentire i protagonisti “di là dal tavolo” dopo le festività si potrebbe creare un nuovo mondo. Come quando dove quanto perché ….tutti temi affrontati nella tavola rotonda, ma anche molto scrupolosamente ……evitati o scansati o no comment o senza dati utili …. Quello che è chiaro a tutti, grandi cantine orientate al mercato

L’anno 2020 per il vino italiano, ma per tutto il vino mondiale,  sempre più deve essere letto, come un giro di boa. Molti parametri e unità di misura sono cambiati: le differenze si sono accentuate. Nel 2019 il vino italiano valeva 13 mld/euro alla fonte, giacenze del 30-35% nella norma e in sicurezza;  l’export ha fatto segnare un nuovo record di 6,4 mld/euro, il settore horeca(alimentazione fuori casa dal catering, all’hotellerie, dai bar all’osteria…) valeva solo per il vino 6,5 mld/euro l’anno senza contare tutti gli affitti, stipendi, ristrutturazioni, arredi che fanno funzionare il sistema. Questi pochi dati (tralasciamo tutti i valori aggiunti e tutte le complementari attività e servizi….) dicono che il vino in Italia non è un prodotto marginale, oltre ad essere un valore patrimoniale immobiliare di tutto rispetto (e privato) ed  avere un valore produttivo, conservativo ambientale, di sana coltivazione del suolo agrario, paesaggistico. Per questo che il Covid19 deve far rivedere a 360 tutta la politica&strategia del comparto e dei settori connessi perché il lockdown se  ha pesato parecchio in termini economici e finanziari,  ha sollevato problemi che non avevamo voluto vedere o che non conoscevamo, altrettanto deve anche averci insegnato qualcosa di duraturo, di solido e

Per il primo fine settimana dopo la riapertura di bar e ristoranti  la FIPE( Federazione Pubblici Esercizi) lancia il suo appello alla responsabilità invitando i gestori a rispettare e far rispettare le norme prescritte in materia di sicurezza sanitaria“  La sfida è riportare i clienti nei locali–, garantendo il massimo della sicurezza”, così la Fipe invita anche i cittadini a evitare gli assembramenti  per una sana movida. Per quanto riguarda l’aumento dei bar  Aldo Cursari Vicepresidente Vicario Fipe  dichiara”  “Attaccare in modo indiscriminato l’intero comparto, alzando un polverone ingiustificato sull’aumento dei prezzi, non è soltanto discutibile sul piano della responsabilità ma anche in termini legali, ecco perché come Federazione metteremo in campo ogni iniziativa per tutelare l’immagine della categoria. Molti imprenditori hanno riaperto per dare un segnale di fiducia pur consapevoli che in tanti casi i costi saranno ben superiori agli introiti a causa dei pochi clienti, altro che rincaro dei prezzi”.. Una sfida raccolta  da gran parte della categoria che rilancia sulla sicurezza invitando la gente ad evitare inutili assembramenti, come successo in alcune zone d’Italia. Situazioni pericolose che potrebbero portare alla chiusura dei locali e inferire un altro duro colpo a un settore già duramente provato da circa

Non poteva andare meglio la vendemmia 2018, confermata dai dati della Organitation Internationale de la Vigne et du Vin, una delle più importanti e abbondanti produzioni del secolo con 282 milioni di ettolitri e una crescita del +12% su quella del 2017. In testa l’Europa con 178,4 milioni di ettolitri ( + 19% )sullo sorso anno, e una produzione più alta di oltre 27 milioni di ettolitri.