2018 anno record della ristorazione con 85 miliardi spesi: un comparto che si pone come terzo settore della filiera agroalimentare italiana, prima dell’Agricoltura e dell’Industria alimentare e che meriterebbe maggiore attenzione dalla politica.
Il rapporto sulla ristorazione della FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi presentato ieri a Roma, traccia un quadro che se favorevole alla dinamicità del settore con una crescita dei posti di lavoro in 10 anni( 2008-2018) del 20% a fronte però di un calo dell’occupazione del 3,4%,non nasconde forti preoccupazione a iniziare da un saldo in negativo di attività cessate- 12.444: dopo un anno chiude il 25% dei ristoranti, dopo 5 anni le chiusure interessano il 57%. con forti ripercussioni sociali che si evidenziano in un costante aumento di malattie e mortalità tra coloro che hanno perso il lavoro.
Cresce la spesa di coloro che mangiano fuori casa che- secondo le stime preliminari di FIPE- nel 2019 raggiunge gli 86 miliardi di euro, mentre cala drasticamente di ben 9 miliardi la spesa dentro le mura domestiche. Soffrono i Bar soprattutto quelli collocati nel centri storici a causa della concorrenza di paninoteche, e finti Take away anche se non si rinuncia alla classica colazione. Sempre più donne e stranieri impegnati nel comparto. Su fronte della sostenibilità e dell’ambiente il 37,7% degli intervistati chiede la doggy bag contro gli sprechi e poco di meno i prodotti da allevamento sostenibili