Marie Brizard, una francesina con classe e tanto pepe secondo una leggenda, soccorse un marinaio trovandolo in terra ammalato in una piazza di Bordeaux e lo portò in casa per curarlo. Per sdebitarsi, il marinaio le lasciò in dono una ricetta che divenne famosa con il nome di Anisette.
Era il 1750 . Noi italiani lo chiamiamo semplicemente “anice” ma questo liquore è molto di più. La sua ricetta, unica, segreta e immutabile da oltre 250 anni, si avvale di un sottile assemblaggio di undici piante e spezie che danno come risultato un liquore elegante che, anche grazie alla doppia distillazione, dona al prodotto un bouquet raffinato e complesso di aromi, morbido, con un delicato equilibrio fra zucchero e alcool.
E poi è rinfrescante, per merito dell’anice verde del bacino mediterraneo. I palati più raffinati la bevono pura e semplice o “on the rocks” con uno schizzo di limone fresco ma può essere anche utilizzato come ingrediente base per cocktail nuovi e rinfrescanti o in sostituzione dell’ormai strausato spritz.
Io ad esempio l’ho degustata con succo di limone spremuto, mezza fetta di arancia, mezza fetta di limone e acqua tonica.