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Rubrica di Emanuela Medi
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Autore Emanuela Medi

Non vi è dubbio quanto incida nei consumi imprese la centralità dei pubblici esercizi che con le sue 334.000 imprese, una spesa nel 2023 di 89,6 miliardi di euro, in crescita sul 2022, ma sotto il 2019 sia però messa in discussione nella propria capacità di comunicare mettendo in gioco reputazione, professionalità, capacità imprenditoriali ma soprattutto il proprio futuro.

La Doc Asprinio d’Aversa insiste su 22 comuni ricadenti nelle province di Napoli e Caserta: da queste zone sembrano risalire le origini al Regno di Napoli del XIII secolo. La Corte Angioina, amante dello Champagne, interpellò Louis Pierrefeu, cantiniere della Casa Reale, per la creazione di un vino spumante con il vitigno Asprinio. Il territorio vulcanico dell’agro aversano, ricco di tufo cenere e potassio e le caratteristiche grotte, scavate a 10 metri dal suolo, proprio sotto le vecchie case nei centri urbani, consentirono una perfetta maturazione dell’uva, grazie al quale si ottenne uno dei vini spumantizzati, fra i più antichi in Italia. L’Asprinio fu iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970 ed il nome è legato proprio alla sensazione  “agrumata” prodotta dal gusto del vino; le vigne non lontane dal mare godono anche di quella brezza che stabilizza il vino di ottima sapidità. Evidente è il legame con il territorio di questo – “grande piccolo vino eroico , molto amato da Soldati e  Veronelli, la cui coltivazione in altri territori non  porterebbe allo stesso risultato. L’Asprinio sembra derivare dal Greco di Tufo : si presenta con grappoli piccoli di forma conico-piramidale e muniti di un’ala. Gli acini giallo-verdastri sono molto delicati spesso ricoperti

Lo hanno chiamato il “dottore del vino” e non a torto visto che del vino e sul vino ne sa proprio tanto ma quello che stupisce e gratifica chi lo intervista è quel quid che rende l’articolo non proprio scontato. L’occasione è la presentazione avvenuta a Roma l’8 ottobre della Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2024”, il cui obiettivo-dice Cernilli- è quello di selezionare e presentare la qualità estrema.

Sempre più le colline sono diventate negli anni le grandi protagoniste del paesaggio italiano; lo sono le colline del Monferrato patrimonio Unesco, quelle del Roero, le Collie di Jesi patria del famoso Verdicchio Villa Bucci incoronato come il miglio bianco dell’anno a livello mondiale, ora si stanno affermando le “tempe”, ovvero le sinuose colline che attraversano il Cilento.