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Rubrica di Emanuela Medi
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  FOLONARI INVESTE A BOLGHERI E SBARAGLIA CON GALLICO “In un momento difficile come questo -dice Giovanni Folonari – non ci tiriamo indietro ed abbiamo ancora di più investito. Prova ne è Campo al Mare a Bolgheri diventato un Brand conosciuto dove vogliamo lavorare valorizzando i monovitigni per la fascia alta.  Abbiamo vitigni bordolesi ma volevamo creare un vino nuovo Petit Verdot in purezza, non facile a farsi. In futuro anche un Cabernet Franc  sempre in purezza. Vini moderni per una la realtà come Bolgheri che piaccia anche ai giovani. " Folonari investe non solo in qualità con l’acquisto di altri 9 ettari che vanno ad aggiungersi ai 30 della tenuta Campo al Mare.  Bàcco 2020 ELETTO MIGLIOR CARIGNANO DELLA GUIDA 5STARWINE  Bàcco2020 alla sua prima uscita è piaciuto ai giudici di “5StarWines– Thebook2023”, la guida Vinitaly, con 93 punti classificandosi come miglior Carignano d’Italia.  Solo 4mila bottiglie di Bàcco, in edizione limitata, che raccontano la storia millenaria della Sardegna del vino. Le uve Carignano arrivano da piccoli conferitori del Sulcis selezionati dalla cantina gallurese per l’elevata qualità dei grappoli. Vigne vecchie di oltre 40 anni coltivate a piede franco nella baia di Porto Pino. L’affinamento ha avuto luogo, in due fasi: 12 mesi in

Una delle prime leggi sul vino dell’età imperiale è sicuramente quella di Domiziano degli anni 90 Anno Domini, interessante esempio legislativo che codificava la illegittimità della coltivazione dei vitigni. L’imperatore, rimasto tristemente famoso per aver ordinato l’uccisione dei Cristiani -tra cui quella di Simeone, che secondo Eusebio di Cesarea era cugino di Cristo- promosse un’ondata di terrore meglio nota come la seconda persecuzione dei Cristiani, dopo quella di Nerone. Non è un caso se proprio in questo periodo turbolento ai primi Cristiani si domandava la prova del fuoco: bruciare le effigi e sacrificare in nome dell’imperatore, rito emblematico nello scontro tra il decadente paganesimo e la nascita del primo cristianesimo. In questo contesto per tanti aspetti violento va inserito il tentativo di Domiziano di vietare la coltivazione del vino. Con l’ultimo dei Flavi arrivò il tempo in cui il vino fu bandito in tutto il mondo occidentale, l’editto imperiale vietava la coltivazione dei vitigni in Italia; l’ordine era di sradicare metà dei vitigni in Asia Minore e in altre province. Ce lo racconta Svetonio (Vita di Domiziano, VII) “ Essendo stato un anno grandissima abbondanza di vino, e molta carestia di grano, stimando ciò avvenire perché mettendosi troppa diligenza nelle vigne si

La vulgata vuole che a portare agli uomini il dono del vino fu una delle divinità più affascinanti della mitologia greca,Dioniso, che nel trasferirsi nel pantheon romano cambiò nome e divenne Bacco. Dio della liberazione dei sensi, della vitalità della natura e dell’ebbrezza, l’eterno enfant terrible dell’Olimpo vagò per il mondo insegnando al genere umano come coltivare la vite (fino ad allora considerata una bella ma inutile pianta spontanea) e come bere il vino, meritandosi la gratitudine eterna di noi poveri mortali. Ma è davvero tutto merito di Dioniso? I miti più antichi non sono d’accordo: secondo loro tutto nacque da una creatura ben più umile, una semplice cagna.