Non è uno scherzo! Ma una scoperta scientifica straordinaria che la giornalista Emanuela Medi ci illustra in una interessante intervista a Donato Grasso professore di Zoologia, Etoecologia e Sociobiologia all’Università di Parma.
Al festival Foodscienze di Mantova il professore nel presentare il libro “Il formicaio intelligente”( Zanichelli Editore 2018) spiega cosa possiamo apprendere dagli insetti: le scoperte sono sorprendenti, appassionandoci ad incredibili rivelazioni su migliaia di modi di essere formiche. Frammenti di natura che nascondono tesori di incredibile bellezza e che ci portano a esplorare come le nuove frontiere della scienza sono fortemente interessate agli studi sugli insetti, alle relazioni tra questi e le piante di agronomica rilevanza . senza tralasciare il campo medico e soprattutto la loro straordinaria capacità organizzativa, il loro algoritmo, applicato in moti ambiti.
Le colonie che costruiscono le formiche sono dei superorganismi con proprietà emergenti difficilmente ripetibili da parte degli uomini ma soprattutto creano un microcosmo organizzato, autonomo, efficiente, collaborativo. Costruiscono nidi giganteschi, raccolgono cibo in modo ottimale rapido secondo percorsi brevi, difendono i nidi costruiti con foglie, formano ponti con i corpi- zattere in caso di alluvioni del loro nido, su cui si muovono, regolando il traffico lungo le piste di foraggiamento o di percorrimento per trarsi in salvo
Mille volte da ragazzini ci siamo incantati a guardare le file delle formiche che camminano su e giu incessantemente sulle cortecce degli alberi ,sui muri, sul terreno. Le spiavamo cercando di capire : lo ha fatto la scienza con lo studio della loro organizzazione.. scoprendo che le loro attività collettive sono decentralizzate. Non c’è un capo ma i singoli individui si attengono a semplici regole che producono qualcosa di superiore alla somma delle parti. Applicando in modo appropriato queste regole sono stati studiati alcuni software e sono stati modellati ispirandosi a questi che sono dei veri e propri- algoritmi utilizzati dalle formiche. I software basati su questi algoritmi permettono operazioni di smistamento merci, calcolo dei percorsi migliori per raggiungere i punti interessati. Si studiano robot autoassemblanti. Addirittura sono stati impiegati per ottimizzare alcune linee internet.
Interessante. Stupefacente. E forse lo avevamo intuito. Ma non finisce qui. La ricerca sta approfondendo lo studio di alcun sostanze prodotte dalle ghiandole con cui sono costituiti i loro organismi che si sono rivelate capaci di mimare in modo naturale, l’azione degli antibiotici in grado di combattere alcuni ceppi resistenti all’abuso degli antibiotici tradizionali. Pensiamo allo stafilococco e ad altri batteri patogeni. Studi di laboratorio segnalano interessanti risultati addirittura contro cellule tumorali, ma su questo, la precauzione è d’obbligo. “ Il formicaio Intelligente” riporta studi interessanti come quello svolto dall’Università di Parma in cui è docente Donato Grasso sulle piante , in particolare sul loro controllo biologico.. Alcune formiche si comportano da predatori con un interscambio di azione tra loro e la pianta con cui sono entrate in stretto contatto. Alcune piante erbacee o da frutto ad esempio, emettono nettare di cui le formiche si nutrono e in cambio esse controllano il ciclo vitale delle piante difendendole dall’attacco di insetti dannosi. In pratica diventano i loro guardiani o boygard per usare un termine più attuale. Allora perché non sfruttare questa straordinaria sapienza evolutiva per poterle utilizzare nel controllo biologico degli insetti dannosi alle piante con il vantaggio di non dover ricorrere a sostanze chimiche altamente inquinanti. Le formiche: un patrimonio di inestimabile valore per gli uomini!
Elvira Coppola