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Rubrica di Emanuela Medi
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Fino a non molto tempo fa, al Sud, il parto si faceva con l’olio. Spesso e non solo nelle regioni vinicole. A questa unzione con l’olio, faceva seguito un bagno nel vino affinchè il neonato fosse impregnato, fortificato, in modo da fargli prendere un bel colore rosso.. Il  bagno al vino di antica memoria è oggi una delle più piacevoli proposte dei centri benessere per le indubbie capacità tonificanti, depuratrici della pelle, , rilassante e decisamente predisponente a incontri piacevoli.. e poiché parliamo di incontri ritorniamo a quanto scrive Restif de La Bretohne nel suo  Le Delizie dell’Amore. Non senza spregiudicatezza il settecentesco scrittore ci ricorda he ci si lavava molto prima e dopo il coito.” Ciò che conta- scrive- è predisporre l’oggetto tale che diventi simile a un piccolo miracolo, una corona di fiori.. Si immerge tutto..ma proprio tutto nel vino, poi acqua fredda e ancora calda, acqua di rose.. fino a nuove e ripetute prodezze” Lascio a voi immaginare la vivacità e l’esplosività del rapporto quando al vino veniva usato lo champagne!.. Roba per pochi eccentrici? Niente affatto. La storia accertata e riportata da Sante Lanceri il bottigliere di Papa Paolo III, ci dice cha anche Sua Santità era

Sul suolo italico centro-settentrionale, tra i primi a coltivare il vino furono gli Etruschi mentre al Sud i colonizzatori Greci della Magna Graecia  diffondevano l’uso della vitis vinifera lungo il bacino del Mare Nostrum. I Romani raffinarono le tecniche di produzioni: introdussero l’uso delle botti e diramarono le coltivazioni enologiche soprattutto dopo le vittorie nel periodo repubblicano su Sanniti e Punici.

La data di nascita del vino Barolo è relativamente recente:1837 Sino a quella data, il vino rosso ottenuto dal vitigno Nebbiolo coltivato a Barolo nei comuni vicino Alba (Serralunga, Castiglione Falletto, La Morra, Novello, Monforte, Verduno, Grinzane, Diano, Roddi e Cherasco) era un vino amabile per l’elevato tenore zuccherino e le vendite non erano molto incoraggianti. A lei ,la marchesa Giulia Falletti moglie di Carlo Tancredi Falletti,  marchese di Barolo,  il merito di averne cambiato la storia trasformandolo in “un vino secco alla moda dei vini di Bordeaux”, merito molto, dei consigli del famoso- allora enologo Odart- chiamato dallo stesso Camillo Benso Conte di Cavour le cui cantine non davano risultati entusiasmanti. Fu un successo e il vino ottenuto fu battezzato Barolo, dal nome della residenza della marchesa. La nobildonna cui non mancava piglio manageriale, capì che bisognava fare ben altro che  ritenersi soddisfatta del rinnovato Barolo e , cogliendo la volo un apprezzamento del re Carlo Alberto, fece  bloccare la contrada Po( l’attuale Via Po che collega Piazza castello con Piazza vittorio) con una fila di “ carrà”( ognuno di 6 ettolitri) “ campioni” destinati al sovrano. Tanto felice fu la degustazione che i Savoia acquistarono una tenuta a Verduno

Che Pinocchio sia nato in un’Italia assai diversa dalla nostra, lo abbiamo subito sospettato, anche da bambini, quando le sue avventure ci sembravano avvenute in un mondo magico senza tempo e senza storia. Anche le varie trasposizioni cinematografiche o televisive, hanno generalmente enfatizzato lo straordinario immaginario fantastico in cui il burattino pensa e si muove. Ma per comprendere più concretamente il paese in cui, pur tra campi dei miracoli e aule di ingiustizia il nostro eroe si avvia a diventare un “bambino normale”, forse non c’è metro più appropriato che quello, per così dire “alimentare”.

“ Il vinattiere ti versava un poco d’Inferno. E tu, atterrita:” devo berlo? Non basta esserci stati dentro a fuoco lento?” Dopo lunghe ricerche ti trovai in un bar Avenida da Libertade; non sapevi un’acca di portoghese o meglio una parola sola Madeira. E venne il bicchierino con un contorno di aragostine ( Eugenio Montale, Xenia II) Una sera sorgeva la luna, sul ciglio della collina. Gli alberelli lontani erano neri; la luna, enorme, matura. Ci  fermammo. Io dissi  :” tutti gli anni, a settembre, la luna  è sempre la stesa, eppure mai che me ne ricordi. Tu lo sapevi ch’era gialla!” L’amico guardò la luna e ci pensava. Mi  pareva davvero di non averla mai vista così. Ma insieme di averne in bocca il sapore, di salutare in lei qualcosa di antico, infantile, tanto che dissi” E’ una luna da vigna.  Da bambino credevo che i grappoli d’uva li faccia e li maturi la luna.” “ Non so”, disse l’amico” Per me è sempre la stessa” Ora il brivido mi aveva lasciato e la luna con il suo sapore  di vendemmia ci guardava entrambi come una creatura che conoscevo e ritrovavo. ( Cesare Pavese, Feria d’agosto)

Se il vino è il liquido alcolico del Mare Mediterraneo, il rum è il liquido degli oceani ed è interessante conoscerne la storia da questa prospettiva. La prima distillazione di rum avviene a Londra con le canne da zucchero che provenivano dall‘India e poi dalle Americhe, dove la distillazione avveniva nelle piantagioni di canna da zucchero nei Caraibi del XVII secolo. La tradizione narra che il rum americano avesse origine nelle isole di Barbados, di non grande qualità tanto da essere definito” il maggior intossicante” detto anche Kill-devil( Ammazza diavolo). L’associazione del rum alla marineria che domina gli oceani è determinata dal fatto che il liquore è disponibile negli anni d’oro della pirateria nei Caraibi e dalla fama di alcuni libri come” l’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson. Si dice che i pirati mescolassero rum e polvere da sparo prima di assalire le navi cariche di merci destinate all’Europa. L’associazione tra rum e marineria si salda nel 1655 quando la Marineria reale britannica invade l’isola di Giamaica dove vi era abbondanza di liquore tanto da sostituire con questa il brandy francese per la razione quotidiana destinata ai marinai. Mentre  originaria era la razione di rum mescolata a succo di