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Rubrica di Emanuela Medi

“ab ovo usque ad mala”,” dall’uovo alla frutta” è l’espressione di Quinto Orazio Flacco poeta romano della fine del primo secolo A.C che  descrive così il probabile menu degli antichi romani. Ma perché? Come dice Giovanni Ballarini accademico della Cucina Italiana” uovo e mela sono entrambi alimenti sferici e la sfera è la figura della perfezione.. e se  gli alimenti di origine animale aprono da sempre il rito dei cibi, la frutta lo chiude in una sequenza incredibile di sapori”.

la-frutta-si-mangia-alla-fine-del-pranzoNel mondo mediterraneo fin dall’antichità, la frutta è un cibo pregiato e ambito, mangiata a tutti gli stadi della maturazione. Al primo posto vi erano i fichi freschi, conservati o fermentati e poiché le credenze popolari allora come oggi accompagnano spesso gli alimenti, il fico bianco era di buon augurio, quello nero di cattivo .Vengono in sequenza gli alberi da frutto di buon auspicio, il nocciolo, il sorbo, il pero, il corniolo, la vite, in particolare il melo meglio le mele i cui semi attecchiscono molto bene nel terreno mediterraneo dandone molteplici varietà( mela rossa, rotonda, pesca, bitorzoluta).

Un eredità non trascurabile se pensiamo che l’Italia produce 2. 000.000  di tonnellate di mele l’anno da cui ne deriva un reddito non indifferente in particolare per il Trentino che annovera una delle valli più famose come la Val di Non..Ma torniamo alla nostra frutta, l’uva molto apprezzata, anche se in gran parte destinata alla produzione di vino, aceto e mosto. I datteri arrivano dall’Africa e dall’Asia, la pesca dalla Persia, le ciliegie portate a Roma dal console Marco Licinio Lucullo, noto gastronomo ricordato ancora oggi per l’aggettivo luculliano ( pranzo luculliano).

 Oggi la frutta  rivalutata per i suoi aspetti nutrizionali e extranutrizionali o nutraceutici che identificano le molte proprietà antiossidanti e altre molecole con funzioni preventive di molte malattie, deve essere presente in una corretta alimentazione ,non solo una volta ma, ma più volte al giorno, recuperando le tradizioni delle cucine regionali  in osservanza del fresco e della stagionalità. E non solo un tipo ma molte diverse frutta . Ricorda sempre Giovanni Ballarini “ la frutta è un nutrimento pronto, immediato, fresco , indispensabile in ogni pranzo e banchetto capace di sviluppare una cultura in simbiosi con la cucina attenta a esaltarla più che trasformarla” Perché poi “ ad mala”,..lasciamo ai dottori i transiti intestinali e tutte le teorie metaboliche..per goderla.. alla fine..

Stefania Bortolotti, giornalista

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