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Rubrica di Emanuela Medi

“È la vigna a rispondere. Col suo aspetto, le sue forme, la sua vegetazione. I tralci si distendono meglio, le foglie ingialliscono dopo, il vigneto appare come un elemento vivente che è solo parte di un ambiente naturale fatto di erbe e insetti e animali” (Corrado Dottori, Non è il vino dell’enologo)

Da questa frase semplice e romantica parte la nostra avventura alla scoperta del Risorgimento dei vini del Lazio. Un viaggio fatto di persone, vitigni antichi, territori e paesaggi.

Appunto i vini del Lazio! Per anni considerati vini di secondo piano e senza personalità. Ma è in atto una grande Rivoluzione che passa attraverso aree da sempre vocate alla viticultura, vitigni tradizionali antichi, rispetto del territorio, persone, idee, filosofie.

Partiamo da Olevano Romano, provincia di Roma. Qui incontriamo Lorella Reale, titolare insieme al compagno Piero Riccardi, dell’azienda agricola “Riccardi Reale Viticoltori”. Una realtà che ha puntato sull’espressività del Cesanese e sulla filosofia della viticoltura biodinamica. Le loro vigne poggiano sulla dolce collina del Colle Pazzo; collina perfettamente esposta ai raggi del sole e ben ventilata, con terreni misti composti da aree di origine vulcanica e terre arenarie più antiche. Da qui nascono i loro vini:

 

  • Olevano Romano Cesanese “CollePazzo”: fermentazione spontanea e affinamento in contenitori di cemento; imbottigliato senza filtrazioni. Vino rosso teso e nervoso, con tannini decisi e buona acidità, di carattere e propenso all’invecchiamento. Da abbinare alla Ventricina di Olevano
  • Olevano Romano Cesanese “Càlitro”: fermentazione spontanea e affinamento in botti di castagno italiano; imbottigliato senza filtrazioni. È il vino che proviene dalla selezione delle uve dell’area con terreni arenari. Vino deciso, con tannini fini e grande freschezza, potente ma di grande bevibilità. Un vino che nel tempo ci regalerà grandi bevute. Da abbinare a piatti di cacciagione
  • Olevano Romano Cesanese “Neccio”: fermentazione spontanea e affinamento in botti di castagno italiano; imbottigliato senza filtrazioni. È il vino che proviene dalla selezione delle uve dell’area con terreni di origine vulcanica. Vino fine e da subito espressivo, elegante, con tannini sottili, di grande beva. Da abbinare a primi importanti.
  • Lazio Cesanese Rosato: fermentazione spontanea e affinamento in botti di castagno italiano; imbottigliato senza filtrazioni. Dai colori brillanti, un rosato deciso e di grande personalità, un vino molto vocato all’abbinamento gastronomico: non desinerebbe davanti a un buon panino con la porchetta!
  • Lazio Bianco “Emotiq”: fermentazione spontanea a contatto con le bucce e affinamento in botti di castagno italiano; imbottigliato senza filtrazioni. Primo vino bianco dell’azienda, da uve Malvasia Puntinata con una piccola percentuale di Riesling Renano. Colore dorato, carattere floreale e spiccata sapidità, ottimo compagno di piatti a base di Baccalà.

Ci fermiamo ad Arce, provincia di Frosinone, antica dogana del Regno delle Due Sicilie. Qui incontriamo Marco Marrocco, titolare dell’azienda agricola “Palazzo Tronconi. Marco ha deciso di rivalutare antichi vitigni tipici del basso Frusinate e della Val di Comino quasi scomparsi: Maturano, Pampanaro, Capolongo, Lecinaro, Olivella. Un lavoro molto difficile dato che il materiale storico sulla vinificazione di queste uve è quasi inesistente. Le vigne sono adagiate su dolci colline , perfettamente esposte al sole, in un area ben ventilata,su terrini argillosi-calcarei. Anche Palazzo Tronconi ha scelto di seguire la filosofia della viticoltura biodinamica.

Ma veniamo ai vini:

  • Frusinate Bianco “Fregellae”: vino che prende il nome dall’antico insediamento latino sito in loco, frutto della vinificazione delle uve Maturano, Pampanaro e Capolongo. Fermentazione spontanea e affinamento in acciaio; imbottigliato senza filtrazioni. Bianco dal colore dorato, floreale, deciso e persistente. Da abbinare a primi piatti della tradizione come la pasta e ceci.
  • Frusinate Rosso “Zitore”: vino della memoria, omaggio al nonno di Marco. Lecinaro in purezza. Fermentazione e affinamento in botti di rovere; imbottigliato senza filtrazione. Rosso dal colore rubino trasparente, elegante, sottile, fine, speziato, di buona beva. Da abbinare piatti a base di pesce azzurro.
  • Frusinate Rosso “Donnicò”: citazione storica di un personaggio locale. Olivella in purezza. Fermentazione e affinamento in botti di rovere da 500 Litri. Rosso dal colore inteso, deciso, con buon tannino, di carattere. Da abbinare a un delizioso ragù di pecora.

Per ora ci fermiamo ma ci sono ancora tante storie da raccontare e tanti vini da bere.

Viva la Rivoluzione!!

Mirko Di Mambro , sommelier

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