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Rubrica di Emanuela Medi
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I dati di Wine Intelligence Il trend si è andato confermando tanto che sul mercato americano i vini low alcol non sono più una moda ma una vera tendenza. Ma andiamo per ordine citando in primis la ricerca di Wine Intelligence che si basa su dati IWSR: il vino a bassa gradazione alcolica in Usa vale oltre 1 miliardo di dollari con una crescita in volume CAGR del 27% per il vino fermo e del 30% per lo spumante. Proiezione prevista per gli anni 2021-2025. Gli interlocutori sono i giovani che fino a poco tempo fa avevano una netta preferenza per i prodotti alcolici read-to-drink (RTD). Ora i dati IWSR sui consumatori statunitensi di RST indicano chiaramente che 1 su 5 preferisce il vino PERCHE? Il vino a bassa gradazione alcolica è più salutare? Non c’è dimostrazione scientifica se non l’indicazione del consumo consapevole come recentemente approvato dalla Cee ma è comunque un aspetto tenuto in considerazione soprattutto dalle generazioni più giovani, come i Millennials. Ha minor contenuto calorico: certamente ,ed è questa la motivazione chiave con cui i bevitori di vino Millennial statunitensi siano propensi a scegliere questa sottocategoria di vino rispetto ad altre. Considerando poi l’aspetto social ovvero bere vino low alcol all’interno del proprio gruppo   Ha

Il celebre scienziato svedese Carl Nilsson, più conosciuto come Linneo (1707-1778), sulla base delle notizie e delle relazioni che gli esploratori inviavano in Europa, definì theobroma cacao quella nuova pianta, il cacao, che i Maya consideravano ab immemorabili  il cibo degli Dei, e che avrebbe rapidamente conquistato un posto d’onore nella gastronomia mondiale. Fra i suoi derivati la cioccolata, che nelle sue più svariate composizioni (alla nocciola, al pistacchio, alla mandorla, eccetera; col latte, col riso o con altri cereali; alla frutta, dall’uva ai lamponi, alle fragole) ha il posto d’onore per diffusione in tutti i paesi, dove si preparano innumerevoli dolci a base di cacao. Ma qui vorrei soffermarmi sullo scontro che suo malgrado la deliziosa cioccolata che si ottiene dal cacao dovette impegnare con altre bevande, quali il caffè e il tè.  Il successo di quest’ultimo, esotico al pari di caffè e cacao, era, come è ovvio, strettamente legato ai traffici tra Oriente e Occidente. Noto fin dalla metà del Cinquecento (ne accenna Giovambattista Ramusio nella sua monumentale opera Navigazioni e viaggi), il tè conquistò i palati europei a poco a poco. Un secolo dopo il tè poteva gustarsi quasi esclusivamente nei salotti e nelle case aristocratiche, dato il

Il celebre scienziato svedese Carl Nilsson, più conosciuto come Linneo (1707-1778), sulla base delle notizie e delle relazioni che gli esploratori inviavano in Europa, definì theobroma cacao quella nuova pianta, il cacao, che i Maya consideravano ab immemorabili  il cibo degli Dei, e che avrebbe rapidamente conquistato un posto d’onore nella gastronomia mondiale. Fra i suoi derivati la cioccolata, che nelle sue più svariate composizioni (alla nocciola, al pistacchio, alla mandorla, eccetera; col latte, col riso o con altri cereali; alla frutta, dall’uva ai lamponi, alle fragole) ha il posto d’onore per diffusione in tutti i paesi, dove si preparano innumerevoli dolci a base di cacao. Ma qui vorrei soffermarmi sullo scontro che suo malgrado la deliziosa cioccolata che si ottiene dal cacao dovette impegnare con altre bevande, quali il caffè e il tè.  Il successo di quest’ultimo, esotico al pari di caffè e cacao, era, come è ovvio, strettamente legato ai traffici tra Oriente e Occidente. Noto fin dalla metà del Cinquecento (ne accenna Giovambattista Ramusio nella sua monumentale opera Navigazioni e viaggi), il tè conquistò i palati europei a poco a poco. Un secolo dopo il tè poteva gustarsi quasi esclusivamente nei salotti e nelle case aristocratiche, dato il

Ma che bella notizia! Il quotidiano Usa Today, loda la bellezza del Castello di Santa Severa anticipando così,  i tempi della new economy post Covid che mette arte e turismo al primo posto . È di proprietà della Regione Lazio ed è piaciuto da matti al terzo quotidiano degli Usa per diffusione. Porta il nome di una martire cristiana ma sorge su un’area che secoli prima era sorvegliata  dai guardinghi lucumoni etruschi. E’ bello come le fiabe e contiene tanta di quella storia da affascinare gli eruditi di tutto il mondo. È in Italia, nel Lazio, a Santa Marinella e sta facendo parlare il mondo di se. «Aspettate! No, non è un castello di sabbia». Con questa didascalia il quotidiano Usa Today ha messo in lista dei desideri il Castello di Santa Severa. Un post su Instagram che ha schiuso un mondo agli utenti planetari del popolare social. E che ha ribadito un concetto che andrebbe scandito in loop per i secoli dei secoli. Cioè che i governi territoriali fanno centro se scommettono sulle peculiarità artistiche dei territori che amministrano  A gongolare Nicola Zingaretti con il suo capo di gabinetto Albino Ruberti( mente e anima del progetto), ora che Usa Today ha rilanciato on line il post con cui il Castello di

di Charles Piller, da Science Magazine 250.000 casi di contagi in un solo giorno nel mondo testimoniano la ripresa della pandemia ma tra i tanti problemi vi è quello della raccolta dati e di renderli disponibili. Segnaliamo questo articolo.. Succede in alcuni stati statunitensi. La California è stata una storia di successo per il COVID-19, fino a quando all’improvviso ha smesso di esserlo. Funzionari dello Stato,  sono ora fortemente criticati: da aprile, epidemiologi dell’Università di Stanford e di diversi campus dell’Università della California hanno cercato casi dettagliati di COVID-19 e dati di tracciamento dei contatti da parte delle autorità sanitarie statali e regionali utili alla ricerca, sperando che possano indicare metodi  più efficaci per rallentare la pandemia. Il logo di Science Magazine “ Seguire i dati è la base dell’epidemiologia e della salute pubblica per sapere dove e come si diffonde la malattia,” afferma Rajiv Bhatia, medico ed epidemiologo che insegna a Stanford, ed è tra gli scienziati che cercano i dati della California. Ma le agenzie incaricate di fornire dati hanno rifiutato le richieste presentate da aprile a fine giugno citando molteplici ragioni tra cui vincoli da carico di lavoro e preoccupazioni sulla privacy, anche se le regole federali sulla privacy della salute sono state

Voce comune  contro i dazi Usa il cui countdown è finito,  il 13 gennaio al termine della  procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio Americano (Ustr) sulla nuova lista allargata dei prodotti europei dopo che  la prima era entrata in vigore il 18 ottobre. Voce comune di Federvini , Unione Italiana Vini (Uiv) , Coldiretti ma soprattutto l’appello lanciato dalla Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova  che ha chiesto all’Europa “un’azione forte senza un minuto da perdere”, dopo che il Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, ha autorizzato gli Usa ad applicare un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari delle sanzioni alla Ue. Ora anche il richiamo di Cia-Agricoltori a che l’Europa deve unire le forze contro la minaccia americana che grava su olio e vino dopo aver pesantemente colpito i formaggi che potrebbero passare dall’attuale 25% a un possibile 50% con un grave danno per il tutto settore lattiero-caseario. Gli imprenditori italiani sanno quanto è importante il mercato americano il primo con 1,5 miliardi di euro e un peso sulle esportazioni totali oltreoceano del 35%. Da registrare sempre oggi la missione negli States, del Commissario al Commercio Phil Hogan (precedentemente all’Agricoltura) nella speranza che si possa avviare anche una soluzione diplomatica