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Rubrica di Emanuela Medi
 

Il pane come curativo e portafortuna

Senza gli Egiziani non avremo mai conosciuto il pane vero: i primi ad avviare il processo della fermentazione perché, secondo Erodoto” mettevano in disparte la loro pasta finchè si alterava osservando con piacere il processo che ne seguiva, mentre altri popoli temevano che il loro cibo si corrompesse”.

Da allora l’alimentazione certamente è mutata ma il pane lievitato è sempre rimasto alla base del processo nutritivo dell’uomo così come lo hanno fatto per la prima volta gli Egiziani. Il pane assunse nel corso della storia valenza sociale, politica tanto che sotto i Flavi fu strumentalizzato attraverso la regolamentazione dei forni e il loro piano demagogico di sottomissione del popolo con panem et circenses.

Non solo- parliamo qui del potere curativo del pane -riallacciandoci al concetto presso i popoli antichi che il pane rappresentava salute e fecondità presso la divinità cui era offerto nel tempio e tale da essere impregnato del potere guaritore della stessa. Il pane come rimedio curativo non ha cessato di essere celebrato: un trattamento contro la pestilenza apparso a Lucerna nel 1611 raccomandava di somministrare il pane con burro e sale quale rimedio alla profilassi della epidemia.

In Inghilterra nel giorno del Venerdi Santo, si vedono ancora oggi dei pani caldi in forma di croce.” Hot cross-buns” cui si attribuiva in passato un’azione contro le febbri e la diarrea. Tra i pani curativi celebri il pane di S Antonio, in pane di S Agata in Baviera cui si attribuisce il potere di guarire dal cancro al seno, S Biagio contro le malattie della gola e quello di S. Nicola da Tolentino distribuito ogni anno il 10 settembre a ricordo della guarigione del Santo cui fu offerto da un Angelo, pane benedetto senza dimenticare le tante forme date al pane un equivalente degli ex voto, che ancora oggi si usa offrire nei santuari in segno di gratitudine per una grazie ricevuta.

Pane portafortuna

Nella superstizione popolare numerosissime sono le leggende sul pane inteso come simbolo di forza e fortuna. Tre briciole di pane nel borsellino mettono al sicuro il denaro dai ladri. Briciole di pane gettate in acqua sporca valgono a pulirla. Il pane è materia prima per gli incantesimi d’amore e per molte cerimonie legate al matrimonio e alla famiglia, senza dimenticare, la cottura anch’essa elemento di antiche superstizioni: cuocere il pane è dannoso alle donne fidanzate o incinte. Cotto nel forno situato dietro le spalle, guarisce l’orzaiolo, gettate nel fuoco è una protezione sicura .Ma aldilà delle credenze e delle superstizioni non dimentichiamo che il pane rappresenta le tante necessità della nostra vita tanto che il fedele lo invoca nel” Pater Noster”

Emanuela Medi, giornalista

 

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.