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Rubrica di Emanuela Medi
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“Servono aiuti economici mirati perché produrre uva in collina costa molto di più che non produrre uva in pianura- dice Marina Perinelli anima di Casale della Ioria, azienda storica del Cesanese del Piglio – tanto più ora- ribadisce la produttrice- che il vino è divenuto trainante per l’intero comparto agricolo che il nuovo Ministero dell’Agricoltura guidato da Francesco Lollobrigida intende rilanciare. E non a caso il nuovo nome sarà Masaf, ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e forestale anche perché il nostro è un settore che offre interessanti alternative occupazionali specie per i giovani in un momento di crisi dell’industria“. LA CIOCIARIA Tesoro prezioso e poco conosciuto l’alta Ciociaria (siamo nel Lazio)  dal grande fascino di un habitat  molto poco antropizzato custodito dalla presenza di poche case contadine rimaste dal dopoguerra che continuano a  lavorare la terra e a  coltivare la vite con metodi tradizionali. Un bene se si considera il ruolo inestimabile nel preservare l’habitat e l’ecosistema.  Fintanto che l’agricoltura di collina si mantiene tale questa impedisce le frane e aiuta a che le acque non si disperdano nel sottosuolo “. Caso unico – dice la Perinelli- in cui sono gli stessi contadini a preservare   il suolo attraverso l’irrigidimento delle acque.Vengono realizzati lungo

Un dibattito spesso tra estimatori e detrattori e invece è importante anche con umiltà ascoltare loro i produttori di vini naturali che con impegno e professionalità difendono e portano avanti un settore che ha solide basi storiche sociali e ovviamente enologiche. Ora soprattutto  nelle evidente esplosione del biologico in tutti i settori , nella necessità  di un ritrovato senso del benessere e della salute, nelle politiche ambientali perché si parli con cognizione di biologico, biodinamico e di naturale. “La  dicitura “vini naturali”- dice Lorella Reale -ci serve a racchiudere la storia particolare della nostra azienda, che produce vini biologici e biodinamici che però sono propriamente “vini naturali”. L’azienda è nella zona della D.O.C. del Cesanese di Olevano Romano. E’ nata nel 2010, da un nucleo esistente, dove la famiglia di Piero Riccardi, mio marito e partner in questa avventura, ha prodotto vino fin dagli anni Settanta, e dai vigneti siti in contrada Colle Pazzo, impiantati invece da noi, secondo criteri di qualità necessari anche per fare agricoltura sostenibile: un'alta densità di allevamento con seimila ceppi per ettaro; sistema di potatura a guyot e solo viti da selezioni massali e non clonali di Cesanese Piccolo, Malvasia Puntinata e Riesling Renano, i nostri vini

“Alle radici del Cesanese di Olevano Romano, sottotitolo, biotipi autoctoni della viticoltura nei territori di Olevano Romano, Genazzano, San Vito Romano” è il titolo di una importante ricerca che oltre al vitigno Cesanese di Olevano Romano, vuole aprirsi e ampliarsi ad altri vitigni tipici del territorio. Ci volevano viti di 60/70/100 anni la cui antica biodiversità è in grado di collegarsi con certezza al territorio per avere una “ base” scientifica su cui lavorare  . Piero  Riccardi viticoltore, presidente della Strada del Vino di Olevano Romano, con l’associazione dei produttori del territorio è stato fautore, un anno fa, di questo studio che ha subito visto riunirsi attorno all’idea numerosi partner d’eccezione, consapevoli del valore e dell’importanza di una simile ricerca per il Lazio, e pronti a sostenerla.  Parliamo di: Gal Terre di Pre.Gio di Cave con i suoi fondi, il Crea Viticoltura Enologia di Conegliano Veneto e il Crea di Velletri con la sua tecnologia e competenza; Arsial Agenzia Regionale del Lazio per l’agricoltura; i comuni di Olevano Romano, Genazzano, San Vito Romano, con apporto dei sindaci e dei tecnici delle loro amministrazioni e ancora molti viticoltori di Cesanese dei tre comuni che hanno messo a disposizione viti centenarie, insieme ai coltivatori locali

“Alle radici del Cesanese di Olevano Romano, sottotitolo, biotipi autoctoni della viticoltura nei territori di Olevano Romano, Genazzano, San Vito Romano” è il titolo di una importante ricerca che oltre al vitigno Cesanese di Olevano Romano, vuole aprirsi e ampliarsi ad altri vitigni tipici del territorio. Ci volevano viti di 60/70/100 anni la cui antica biodiversità è in grado di collegarsi con certezza al territorio per avere una “ base” scientifica su cui lavorare  . Piero  Riccardi viticoltore, presidente della Strada del Vino di Olevano Romano, con l’associazione dei produttori del territorio è stato fautore, un anno fa, di questo studio che ha subito visto riunirsi attorno all’idea numerosi partner d’eccezione, consapevoli del valore e dell’importanza di una simile ricerca per il Lazio, e pronti a sostenerla.  Parliamo di: Gal Terre di Pre.Gio di Cave con i suoi fondi, il Crea Viticoltura Enologia di Conegliano Veneto e il Crea di Velletri con la sua tecnologia e competenza; Arsial Agenzia Regionale del Lazio per l’agricoltura; i comuni di Olevano Romano, Genazzano, San Vito Romano, con apporto dei sindaci e dei tecnici delle loro amministrazioni e ancora molti viticoltori di Cesanese dei tre comuni che hanno messo a disposizione viti centenarie, insieme ai coltivatori locali

Uno spettacolo di natura poco antropizzata: alberi ad alto fusto, querce, lecci, cespugli dal ricco fogliame, e poi fiori,  papaveri, ginestre, margherite di campo..un mondo ci viene incontro nel percorrere la strada provinciale 118  Anagni -Paliano dopo l’uscita ad Anagni ( dall’ Autostrada Roma-Napoli) per arrivare in pochi minuti a Casale della Ioria azienda agricola storica del Cesanese del Piglio, di proprietà della famiglia Perinelli dal 1921. Oltrepassato un cartello ( per la verità poco visibile), percorsa una stradina giustamente di campagna, la seconda sorpresa:  al completo( quasi ,manca la figlia Silvia) ci viene incontro la bella famiglia Perinelli:   Marina con  il marito Paolo e i due figli  Alessandro e  Federico a saldare lo stretto legame tra il territorio e la dedizione  ,la passione per vitigni autoctoni di gran pregio come il Cesanese. Ma il primo gioiello che giustamente e con orgoglio viene presentato è un albero , un leccino gigantesco di rispettabile età, oltre 250 anni, che con la sua enorme chioma ombreggia il piazzale davanti il casale giustamente  ripreso come  logo  dell’azienda. I vigneti collocati in splendide posizioni con esposizione a mezzogiorno, sono situati nell’alta Ciociaria nei comuni di Anagni, Acuto e Paliano a 450 mt s.l.m. su

Uno spettacolo di natura poco antropizzata: alberi ad alto fusto, querce, lecci, cespugli dal ricco fogliame, e poi fiori,  papaveri, ginestre, margherite di campo..un mondo ci viene incontro nel percorrere la strada provinciale 118  Anagni -Paliano dopo l’uscita ad Anagni ( dall’ Autostrada Roma-Napoli) per arrivare in pochi minuti a Casale della Ioria azienda agricola storica del Cesanese del Piglio, di proprietà della famiglia Perinelli dal 1921. Oltrepassato un cartello ( per la verità poco visibile), percorsa una stradina giustamente di campagna, la seconda sorpresa:  al completo( quasi ,manca la figlia Silvia) ci viene incontro la bella famiglia Perinelli:   Marina con  il marito Paolo e i due figli  Alessandro e  Federico a saldare lo stretto legame tra il territorio e la dedizione  ,la passione per vitigni autoctoni di gran pregio come il Cesanese. Ma il primo gioiello che giustamente e con orgoglio viene presentato è un albero , un leccino gigantesco di rispettabile età, oltre 250 anni, che con la sua enorme chioma ombreggia il piazzale davanti il casale giustamente  ripreso come  logo  dell’azienda. I vigneti collocati in splendide posizioni con esposizione a mezzogiorno, sono situati nell’alta Ciociaria nei comuni di Anagni, Acuto e Paliano a 450 mt s.l.m. su