E la ricerca? L’accordo sul Recovery Fund delude il mondo della scienza
Le voci più critiche alle decisioni del Consiglio europeo annnunciate lo scorso 21 luglio provengono dal mondo della ricerca, fortemente e paradossalmente penalizzato nella distribuzione delle risorse per la ripartenza europea dopo l’emergenza Covid. Su questo tema si giocheranno le prossime partite tra le diverse istituzioni europee e si preannunciano nuovi di bracci di ferro. Sì, perché a molti parlamentari, il taglio dei fondi alla ricerca non è andato giù. «Alcuni tagli sono ingiustificabili - ha commentato David Sassoli presidente del Parlamento europeo in conferenza stampa. Se vogliamo scommettere sulle nuove generazioni non possiamo tagliare le risorse del bilancio per la ricerca, i giovani, Erasmus», ha detto Sassoli. Il Parlamento europeo può mettere l’ultima parola solo sulla parte del Qfp e non del recovery fund che è un accordo intergovernativo la cui valutazione non rientra nelle sue prerogative.. I finanziamenti sono così suddivisi: 390 miliardi a fondo perduto (grants) e 360 miliardi in prestito (loans).Nelle tasche della ricerca scientifica però è arrivato ben poco. Il programma di ricerca di punta dell’Ue, Horizon 2020, riceve un budget di 80,9 miliardi di euro, significativamente inferiore alla proposta di 94,4 miliardi di euro presentata dalla Commissione europea lo scorso maggio. Ma