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Rubrica di Emanuela Medi
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Vinosano parla di voi

Turismo sostenibile, valorizzazione del territorio e protezione delle risorse naturali e del mare sono una priorità per Tasca D’Almerita riconosciuta a livello internazionale. Nel 2020 infatti, Relais & Chateaux, la nota affiliazione che riunisce 580 tra le più prestigiose e virtuose proprietà e hotel del mondo, ha consegnato a Capofaro Locanda & Malvasia il Trofeo Sostenibilità 2020, riconoscendo il grande impegno in favore dell’ambiente e delle comunità locali.

Le cantine fanno spettacolo? Certamente si quando coniugano rispetto e valorizzazione del paesaggio preservano e custodiscono l’eccellenza di grandi vini e sono la visibile dimostrazione di quanto e come l’architettura non si ferma certamente solo all’aspetto estetico ma diventa un tutt’uno con il mondo di cui ne sono espressione, perché la protagonista indiscussa è la natura rigogliosa, con i suoi colori e profumi tipici del territorio siciliano: vigneti autoctoni, uliveti, un ampio orto, erbe aromatiche e oltre 150 varietà di alberi da frutto che diventano gli ingredienti della ricca e genuina cucina del ristorante gastronomico Locanda Nerello e del Convivium Bar.

Sempre sulla breccia il winemaker più gettonato dell’Alto Adige che certo non si è smentito a Vinitaly e presenta le sue novità non dilungandosi tanto è pressato da buyer, giornalisti che affollano il suo stand. “Parlo - dice- dell’annata 2022 dei vini della linea classica. Presento qualche campione di botte del Sauvignon 2021 e 22 che andrà in bottiglia il mese prossimo e come novità Appius 2018 oltre al Sauvignon the Wine Collection e Pinot Nero twc come sempre firmate dalla Cantina San Michele Appiano –che avremo quest’ultimo sul mercato alla fine dell’anno”. Tra i vitigni a bacca rossa, il Pinot Nero è quello da lui più amato visto che rispecchia proprio la ricerca della perfezione nella personalissima sfida del winemaker con questa varietà. Il tutto parte dalla decisione di Hans Terzer di selezionare, dopo vent’anni di attesa, una micro-partita in due aree molto vocate, con l’intento di dimostrare che un grande Pinot Nero può essere prodotto anche in una zona abbastanza giovane e ancora non riconosciuta come meriterebbe. Da qui il debutto, riconfermato negli anni successivi il 2020 con due caratteristiche sempre rispettate e focalizzate sulla esaltazione del talento e della longevità dei monovitigni. Perfezione e

100 milioni di fatturato nel 2023 sarà il probabile traguardo dell’azienda veneta specializzata nella distribuzione di bevande, liquor e spirit in esclusiva per l’Italia. Forte di un 2022 con un + 22% rispetto il 2021, in soldoni meglio euro 93 milioni, l’azienda presenta a Vinitaly “Anthology by Movolo “una selezione di Champagne per il mercato italiano tra cui i prodotti della Maison Jeeper e della Maison Saint-Reol che rappresentano il meglio della tradizione enologica francese.

“Meininger”, la testata giornalistica di riferimento del mercato tedesco, ha stilato un elenco dei migliori vini italiani e in questa ristrettissima selezione è stato inserito anche il Bèru di Siddùra. La particolarità risiede nel fatto che si tratta dell’annata 2015 del Béru:  una scommessa vinta per la Cantina gallurese perché dimostra ancora una volta che anche il Vermentino DOCG di Gallura, se lavorato nella maniera corretta, può diventare un vino molto longevo. Secondo gli esperti del settore, il Bèru 2015 ha raggiunto il suo apice proprio ora, a distanza di otto anni dalla vendemmia. Per consuetudine e tradizione popolare, il Vermentino è sempre stato considerato un vino da consumare a breve distanza dalla vendemmia, ma Siddùra ha sempre ritenuto questo vitigno meritevole di una potenzialità – e di un valore – ben superiore. Béru 2015 “L’annata 2015 fu davvero eccezionale – racconta l’enologo di Siddùra, Dino Dini – durante la vendemmia ci rendemmo conto che l’uva aveva raggiunto una maturazione e un quadro acidico assolutamente perfetti. Avevamo davanti a noi la migliore uva di quegli anni”. L’azienda decise quindi di sfruttare al massimo le potenzialità del prodotto per dimostrare che il vino imbottigliato quell’anno sarebbe stato ancora assolutamente perfetto a distanza di