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Rubrica di Emanuela Medi
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Ma facciamo bene i conti di quanto andranno a pagare gli Italiani: se è vero che come dice FIPE (Federazione Pubblici Esercizi)-“ stiamo chiudendo uno dopo l'altro.  L’ultimo Dpcm avrà un effetto devastante sul catering, sui bar e soprattutto sui locali notturni e sulle imprese dell’intrattenimento. Parliamo di una mazzata sui fatturati dei pubblici esercizi da 470 milioni di euro ogni mese “. Quanto andranno a pagare gli italiani? Una stretta invero meno dura di quanto il settore temesse ma che comunque confermerebbe le previsioni di una perdita stimata da qui a fine anno di 24 miliardi di euro, su un giro di affari 2019 di 86 miliardi di euro. Stretta meno dura anche se pesante: bar e ristoranti potranno stare aperti dalle 5 del mattino fino a mezzanotte con un massimo di 6 persone per tavolo, ma in assenza di consumo al tavolo, stop anticipato alle ore 18. Consentita la consegna a domicilio nonché la ristorazione con asporto fino alle 24.con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze. Mentre diventa obbligatorio per gli esercenti esporre all’ingresso del locale un cartello che indichi il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale stesso. Nessuna limitazione di orario per i

Basta piangersi addosso  e lamentarsi:  i bar lo hanno capito e voltano pagina  puntando sulla comunicazione e su un restyling  fatto anche di piccoli accorgimenti che invitano alla convivialità, allo stare insieme per godere di un bicchiere di vino a fine giornata  o di un semplice caffè e cornetto. Interessante e lo citiamo volentieri l’articolo di Michela Becchi apparso su il Gambero Rosso del 16 luglio “Sembra un concetto scontato,- sottolinea l’autrice-  ma la quarantena ha dimostrato ancora una volta quanto la buona comunicazione sia fondamentale per un’attività, specialmente in ambito gastronomico, un settore fatto di cibo di qualità ma anche e soprattutto di rapporti di fiducia. Di relazioni, chiacchiere al bancone, battute scambiate a fine cena con lo chef, il ristoratore, il sommelier. Rimanere “vicino” ai propri clienti, seppur virtualmente, è stato un passo determinante durante i mesi di chiusura. E lo confermano le tante dirette fatte dagli chef, le masterclass a distanza, i laboratori di cucina che non si sono mai fermati, neanche nel pieno della pandemia.” I Bar si sono  adeguati scoprendo finalmente quanto fossero importanti i social, che se ben  gestiti permettono di accorciare notevolmente la distanza tra i consumatori (e potenziali tali) e l’attività stessa, oltre che

Per il primo fine settimana dopo la riapertura di bar e ristoranti  la FIPE( Federazione Pubblici Esercizi) lancia il suo appello alla responsabilità invitando i gestori a rispettare e far rispettare le norme prescritte in materia di sicurezza sanitaria“  La sfida è riportare i clienti nei locali–, garantendo il massimo della sicurezza”, così la Fipe invita anche i cittadini a evitare gli assembramenti  per una sana movida. Per quanto riguarda l’aumento dei bar  Aldo Cursari Vicepresidente Vicario Fipe  dichiara”  “Attaccare in modo indiscriminato l’intero comparto, alzando un polverone ingiustificato sull’aumento dei prezzi, non è soltanto discutibile sul piano della responsabilità ma anche in termini legali, ecco perché come Federazione metteremo in campo ogni iniziativa per tutelare l’immagine della categoria. Molti imprenditori hanno riaperto per dare un segnale di fiducia pur consapevoli che in tanti casi i costi saranno ben superiori agli introiti a causa dei pochi clienti, altro che rincaro dei prezzi”.. Una sfida raccolta  da gran parte della categoria che rilancia sulla sicurezza invitando la gente ad evitare inutili assembramenti, come successo in alcune zone d’Italia. Situazioni pericolose che potrebbero portare alla chiusura dei locali e inferire un altro duro colpo a un settore già duramente provato da circa

Con una petizione al Presidente del Consiglio  Giuseppe Conte e al Governo , FIPE ( Federazione Pubblici Esercizi) chiede l’apertura lunedi 18 maggio  per le 300.000 imprese di pubblico esercizio (bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, gelaterie, ecc.), con 1,milioni di addetti e 46 miliardi di valore aggiunto  dopo quasi tre mesi di chiusura. Non ha mezzi termini il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani che giudica il provvedimento illogico, contraddittorio e durissimo e certo non consola la “ concessione” dell’asporto per tutti o almeno per quelli che riusciranno ad arrivare alla fatidica data del 1° giugno. E se i danni stimati saranno 34 miliardi in totale dall’inizio della crisi( 9 miliardi in più nel solo mese di maggio) , Coldiretti stima in 5 miliardi il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu. Conte non ha lasciato molti margini di manovra anche per un settore- rileva Coldiretti delle aziende agricole. Il 57% ha registrato una diminuzione di attività con punte del 100% come per l’agriturismo dove sono chiuse per il coronavirus 24 mila strutture. L'immagine di FIPE che propone l'apertura di Bar e Ristoranti per il 18 Maggio Ma torniamo al comunicato Fipe che chiede  l’apertura anche a nome di una filiera fatta di allevatori, agricoltori, pescatori, casari,

Pur giudicati tra i migliori del mondo, i locali italiani (cocktail bar, bistrot, hotel bar e speakeasy) vedono proprio nero. Ormai sono i sondaggi i più richiesti e nel caso quello effettuato da un’indagine di BlueBlazer, il gruppo che 5 anni fa ha inventato l’app per classificare i migliori bar italiani, conferma la preoccupazione e il malumore generale. Il 55% degli intervistati prevede un calo superiore al 50% del proprio fatturato e dell’80% per una quota del 23%.. Preoccupa il canone di affitto,  la retribuzione del personale, i mutui e la pressione fiscale nei confronti della quale la quasi totalità degli intervistati chiede un alleggerimento oltre un intervento decisivo di liquidità

A conferma di un settore pesantemente colpito lo evidenziano i dati: 28 miliardi la perdita di fatturato prevista per il 2020, 50.000 le imprese a rischio chiusura, 300.000 i posti di lavoro “ in forse”. La Fipe ( Federazione Italiana Pubblici Esercizi) non molla a sostegno di un comparto fondamentale per il nostro paese. A corredo della riapertura di bar e ristoranti ( difficile per molte  piccole e medie aziende soprattutto a conduzione familiare) si prospettano nuove strade come il delivery e l’asporto. E sul take away autorizzato in Germania ,Francia, Gran Bretagna, Olanda e Scandinavia la Fipe lancia l’ennesima proposta al governo: consentire ai ristoratori italiani di vendere piatti pronti da asporto ai clienti, nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria e di distanziamento, esattamente come accade nella maggior parte dei Paesi europei.  Perché in Italia dovrebbe, al contrario, rimanere proibito?  “L’Italia ha mostrato agli altri Paesi come reagire in maniera efficace al Covid-19 dal punto di vista sanitario – commenta il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani – ma sulla fase 2, quella della ripartenza del mondo economico e produttivo, siamo ancora indietro.. È il momento di reagire , consentendo tra l’altro anche ai bar, ai ristoranti e agli

Ci manca… diciamocelo ma tornerà la popolare bevanda accompagnata da qualcosa di dolce. Cinque milioni di italiani, almeno tre su dieci (dati FIPE), la considerano un” rito sacro” da consumarsi  al bar, la mattina. Ma siamo sicuri sia una tradizione italiana?,In realtà cappuccino e cornetto è la colazione più internazionale che esista. A partire dal caffè che è d’importazione e dal cornetto che ha un  primo cugino illustre, il croissant le cui origini sono molto lontane: sembra infatti che il nome della popolarissima brioche derivi proprio dalla sua forma a mezzaluna: si chiama kipferl in tedesco (mezzaluna, appunto), croissant in francese (ovvero crescente), cornetto in italiano. Ma la sua origine sarebbe austriaca. Le leggende vogliono che la forma tipica sia correlata in qualche modo alla battaglia di Vienna del 1683: dopo un lunghissimo assedio della città da parte dell'esercito ottomano, il gran visir Mustafa Pasha tentò un'ultima azione per penetrare all'interno delle mura della città. All'esercito venne ordinato di scavare dei cunicoli sotto alle mura. Furono i fornai viennesi gli unici lavoratori svegli a notte fonda, a udire i rumori degli scavi e a dare l'allarme. Così, quando la coalizione cristiana sconfisse i turchi, Giovanni III di Polonia, secondo la leggenda, avrebbe chiesto proprio ai fornai di inventarsi un dolce che celebrasse

Vongole, cozze e colatura di alici per un insolito ramen proposto dallo chef Lucio Paciello per Staj il primo noodle bar di Napoli in via Bisignano 27.  Classe 1985 e formazione internazionale per il tradizionale brodo orientale a base di noodle lo chef propone una originale versione con una verace incursione mediterranea. Il ramen  nasce in Cina e poi si afferma  in Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale - complice il rientro delle truppe giapponesi dal fronte cinese e la diffusione dell’economica farina americana sul mercato -Il brodo a base di noodle  diventa prima simbolo dell’identità giapponese, poi uno dei piatti più in voga al mondo, dall’America all’Europa fino a conquistare, in tempi più recenti, anche il palato dei napoletani. Da Staj a fare la differenza, rispetto la ricetta originale del ramen, è proprio l’aggiunta di molluschi freschi locali. Una moda introdotta dalla Tokyo New Wave il movimento di giovani cuochi del Sol Levante, con i quali lo chef Lucio Paciello è entrato in contatto durante la sua formazione in Giappone: il brodo, ossia la base neutra del ramen, viene infatti preparato con pollo sottoposto ad una lenta cottura di 7 ore, insaporito con cozze e vongole veraci e completato da

Il 5 dicembre 1933 segna la fine del proibizionismo e della legge secca negli Stati Uniti del Nord America, lasciando pochissime cose buone. E uno di questi era l'aspetto di un nuovo stile Bar creato solo per necessità. Solo lì si poteva andare alla ricerca di un rifugio alla fine della giornata per godersi qualche bevanda alcolica. Se hai intenzione di viaggiare a Buenos Aires ti lasciamo i riferimenti più importanti da sapere.