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Rubrica di Emanuela Medi
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Mai come quest’anno la TOSCANA o meglio il CHIANTI si è presentato in “ gran forma” con un evento Chianti Lovers 2020 che ha registrato una affluenza di tutto rispetto: non meno di quattromila visitatori nelle giornate delle anteprime. E i numeri danno ragione a questa denominazione che riscontra grande interesse nei giovani: un prodotto di qualità, facile nella beva e complesso nella degustazione, in sintonia con il mercato italiano ed estero. Si segnala pertanto una crescita, come rileva il presidente del Consorzio Aldo Busi al suo quarto mandato, nel 2019 del 6,3% in volume del 7% in valore, pari a circa 800 mila bottiglie   Il Consorzio Vino Chianti nasce nel 1927 e oggi aggrega più di 2.500 produttori, con 13.000 ettari di vigneti e 80 milioni di litri prodotti annualmente della denominazione Chianti DOCG. Sempre il Consorzio ha definito che l’annata 2019 di produzione enologica, in uscita in questo 2020 e in anteprima per la manifestazione, come una “grande annata” con molte promesse da mantenere nel bicchiere, che saranno tutte attese grazie alla salute delle piante, al clima favorevole e al lavoro meticoloso dell’uomo dell’anno passato. Per quanto riguarda la denominazione del Morellino, presente alla manifestazione, la passata vendemmia è stata

Sbaglia di grosso chi ancora non crede nella capacità mediatica della comunicazione. È bastata girare la “ C” del Chianti per creare un nuovo messaggio rivolto ai giovani in sintonia con il mercato e le nuove tendenze. Strategia di marketing confermata dal Giovanni Busi presidente del Consorzio al” Chianti Lovers”, anteprima dell’annata 2019( cuidedichiamo un ampio servizio su vinosano.com martedi 25 febbraio) legata alla forte crescita del Chianti con un fatturato in aumento nel 2019 del 6,3% in volume e e 7,3% in valore Ma rimaniamo nel Chianti che a sorprese e eventi diversificati non fa che stupire: Festival del Potatore e della Vite il 29 febbraio nei vigne di Borgo San Felice, promosso da Marco Simonit e Pierpaolo Sirch ideatori del metodo Simon&Sirch esportato con successo nel mondo per rendere le viti più forti e longeve. E ancora storico compleanno all’Osteria di Passignano, nata nel 2000, in uno dei borghi più affascinanti del Chianti Classico accanto alla Abazia medievale di Badia a Passsignano che ospiterà fino al 30 ottobre cene con chef stellati in collaborazione con Dario Cecchini della nota macelleria Cecchini per la Charity Dinner per il completamento del restauro del complesso monastico e dell’affresco del Ghirlandaio

Francese il vino dell’anno nella classifica stilata dalla rivista americana Wine Spectator  per la “ Top 100” che ha svelato oggi i primi dieci vini. Si tratta  del St.-Julien 2016 di Léoville Barton con il punteggio 97/100, Château al secondo posto il Cabernet Sauvignon Mount Veeder 2015 di Maycamas con 96/100, al terzo il Chianti Classico 2016 di San Giusto a Rentennano con 95/100 dei fratelli Martini di Cigala. La Fattoria San Giusto a Rentennano  occupa un antico complesso cistercense che si affaccia sul fiume Arbia nella parte meridionale del Chianti Classico territorio  tra i più importanti del nostro paese e che ancora una volta fa parlare di se il Gallo Nero. Un riconoscimento importante che segue quello del terzo posto nella classifica 2018, con il Chianti Classico Riserva 2015 del Castello di Volpaia. La classifica completa lunedi 18 novembre .Queste le prime 10 posizioni: 1 - St. Julien 2016 di Château Léoville Barton 2 - Cabernet Sauvignon Mount Veeder 2015 di Mayacamas 3 - Chianti Classico 2016 di San Giusto a Rentennano 4 - Cabernet Sauvignon Oakville Reserve 2016 di Groth 5 - Brut Anderson Valley L’Ermitage 2012 di Roederer Estate 6 - Châteauneuf-du-Pape 2016 del Castello di Beaucastel 7 - Chardonnay Carneros Hyde Vineyard 2016 di Ramey 8

Si presenta in piena salute, almeno dal punto di vista produttivo, la Toscana con 2,85 milioni di ettolitri nel 2018, ottenuti da 60mila ettari di vigneti, di cui il 92% a vocazione rossista, (dati forniti dalla Regione Toscana), alla partenza delle sue Anteprime e di Buy Wine, che si svolgono dall’8 al 16 Febbraio a Firenze presso la Fortezza da Basso.

Il Chianti Classico sta avendo un ottimo riscontro sui mercati, gode di ottima salute, con un fatturato “di distretto” che supera i 700 milioni di euro, un valore di imbottigliamento pari a 400 milioni, ed ha appena lanciato sul mercato due ottime annate, la 2016 e la 2015 con la Riserva e la Gran Selezione: quest’ultime hanno impressionato la critica per ariosità degli aromi, complessità e progressione polposa in bocca.

Eleganza è la parola chiave quando si parla di Nobile di Montepulciano, poiché Nobile questo vino lo è sia di nome che di fatto. Potrà alle volte risultare meno potente e meno profondo dei cugini Brunello e Chianti Classico, ma non pecca mai in termini di grazia ed equilibrio Il suo segreto risiede nei terreni prospicienti l'incantevole borgo rinascimentale, dove ai tipici suoli argillosi si alternano spessi strati sabbiosi. Chi ha calpestato vigne importanti, come ad esempio il Cru Cannubi di Barolo, capirà facilmente che questa caratteristica, comune a tanti territori eletti della viticoltura mondiale, s i traduce nel calice in eleganza e flessuosità. Ed è proprio tra argilla e sabbia che Bindella gioca la sua partita. I terreni sabbiosi conferiscono ai vini aziendali snellezza e ricchezza di frutto, mentre quelli argillosi danno vita a sapori più robusti e profondi. Da un'accurata selezione di uve dagli uni e dagli altri nascono vini nobili fragranti e dinamici, capaci di garantire una particolare bevibilità senza discostarsi troppo dalla tradizione. Bindella è nata nel 1984 dalla volontà di Rudi Bindella - imprenditore italo-svizzero a capo di un impero nel settore della ristorazione - di riallacciare i legami con la natia Toscana tramite l'acquisizione di una tenuta di

Per chi avesse voluto immergersi nella realtà vitivinicola toscana non poteva mancare la terza edizione di Wine&Siena: evento pensato e realizzato dal patron di Merano Wine Festival, Helmut Kocker Oltre 150 case vitivinicole, 500 vini, artigiani del gusto, il tutto in location di eccezione dove era possibile ammirare i famosi capolavori della pittura i Italiana. Scontata l’affluenza dei produttori toscani: piccole, grandi realtà vitivinicole, ognuna espressione dei molteplici terroir della regione con l’obiettivo non solo di interpretare al meglio Sua Maestà il Sangiovese ma anche blasonati vitigni internazionali in blend raffinati ed eleganti. E c’è chi si è spinto anche più in la con il Pinot Nero e/o Chardonnay in purezza o anche chi utilizzando vitigni della Valle del Rodano come il Marsanne e il Roussanne , per realizzare affascinanti vini bianchi. “A sbaragliare il campo, il Sangiovese, vitigno straordinario - dice Andrea Frassineti delegato ONAV, Organizzazione Nazionale, Assaggiatori di Vino - che in questo momento nella zona del Chianti Classico sta vivendo un momento d’oro con livelli qualitativi di assoluta eccellenza tanto da renderlo la migliore espressione del Sangiovese  della  Toscana. Le stesse caratteristiche - continua Frassineti - che un tempo erano poco apprezzate, oggi sono state riscoperte: eleganza, raffinatezza di naso, sentori